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WATERGATE MOLISE/ Il centrosinistra chiama Napolitano

di Redazione Infiltrato.it

I vertici nazionali del centrosinistra scrivono al Presidente della Repubblica. La nota è riferita alle elezioni regionali del Molise, un giallo dove non è ancora chiaro chi abbia realmente vinto le elezioni del 16 e 17 ottobre. La doppia e diversa procedura adottata dalla Commissioni elettorali di Campobasso e Isernia non ha fatto altro che complicare la situazione, determinando il sorgere di ulteriori dubbi e quesiti che adesso sono dinanzi alla Corte d’Appello di Campobasso chiamata  alla proclamazione degli eletti. Chi ha vinto realmente, il berlusconiano Michele Iorio o il candidato di centrosinistra Paolo Di Laura Frattura? La vicenda, posta davanti al Capo dello Stato anche nella sua veste di presidente del Csm, potrebbe finalmente arrivare ad una sua definizione e non sono esclusi sviluppi clamorosi.

Watergate Molise, chiesto l’intervento del Presidente della Repubblica. Con una nota congiunta, i responsabili del centrosinistra nazionale si sono rivolti a Giorgio Napolitano affinché venga fatta chiarezza sul caso delle elezioni regionali del Molise. A oltre due settimane dalla consultazione elettorale, infatti, permangono ancora forti dubbi sull’esito delle elezioni e su chi le abbia realmente vinte: l’uscente, il berlusconiano Michele Iorio o lo sfidante di centrosinistra Paolo Di Laura Frattura? Il giallo che tuttora permane matura nella notte tra il 17 e il 18 ottobre scorsi, allorquando un consistente vantaggio di Frattura viene stranamente azzerato e portato in saldo negativo dopo un black-out nella trasmissione dei dati elettorali tra alcuni seggi e le sedi prefettizie.

Nei giorni successivi, a seguito di numerose segnalazioni e della campagna stampa portata avanti dall’Infiltrato, vengono documentate numerose anomalie. Voti espressi, spariti e magicamente riapparsi. Errori materiali che però ad una verifica portano Paolo Frattura a recuperare circa 600 dei 1500 voti di scarto rispetto a Michele Iorio. Dinanzi a tale dato scatta l’allarme del centrodestra che proprio all’esito di tale verifica si precipita in massa presso il Tribunale di Campobasso dove sono in corso le operazioni di verifica dei verbali. A guidare la “spedizione” il senatore Ulisse Di Giacomo, coordinatore regionale del Pdl, a cui si aggiungono altri maggiorenti del partito berlusconiano, assessori uscenti e vertici istituzionali come il presidente della Provincia di Campobasso. In Tribunale, per ristabilire la calma, quel giorno scatta l’allarme per carabinieri e Digos e della questione, nei giorni successivi, si occupano i quotidiani nazionali Repubblica e il Fatto Quotidiano. La vicenda, da elettorale, assume i contorni di un fatto di ordine pubblico.

Ma il giallo non finisce qui. Davanti alle anomalie riscontrate in alcune sezioni, la Commissione di Campobasso decide di procedere alla verifica di congruenza di tutte le sezioni della circoscrizione, ponendo in relazione le tabelle di scrutinio con i verbali riassuntivi. Questo per evitare ogni dubbio. La Commissione di Isernia si regola diversamente, anzi pare non fughi nemmeno i dubbi sulle sezioni effettivamente controllate. Queste sarebbero 31 e di esse solo 4 avrebbero trovato quadratura di dati, su altre 27 i giudici non sono riusciti a risolvere le anomalie numeriche. Così le 27 sezioni sarebbero ancora “aperte”, in attesa che qualcuno dica come sono andate realmente le cose. Resta un dubbio inquietante: perché la Commissione di Isernia decide di non riaprire i plichi di tutte le sezioni della circoscrizione? La decisione rientra certo nelle sue facoltà, e quindi risulta pienamente legittima, ma dinanzi a segnalazioni e dubbi fortissimi non era forse più prudente procedere ad un controllo più approfondito?

Sullo sfondo di tutte queste questioni nasce l’iniziativa di coinvolgere il Capo dello Stato, nel suo ruolo tanto di vertice del Paese quanto di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Sembra proprio questo secondo ruolo quello di maggior preminenza in questa fase. Al momento le questioni sono dinanzi alla Corte d’Appello di Campobasso, chiamata alla proclamazione degli eletti. Ma la domanda che si pone è questa: in un tale contesto, può la Corte d’Appello procedere ad una proclamazione sulla quale si addensano le nubi pensati e tetre del dubbio? Secondo alcune interpretazioni la Corte potrebbe disporre l’apertura di tutti plichi della circoscrizione di Isernia e da lì potrebbero venir fuori altre sorprese. Restano però la doppia procedura di Campobasso e Isernia, anche questa una anomalia sulla quale probabilmente, nelle forme e nei modi proprie dell’alta istituzione, potrebbe intervenire la voce del Capo dello Stato. E presidente del Csm.