Bandiera nera per il 50% delle acque italiane: il dossier di Goletta Verde stronca il Belpaese
Legambiente ha stilato il rapporto 2013 sulla situazione dei mari nostrani illustrando un quadro abbastanza preoccupante sulla salute delle nostre acque che ormai sono preda anche di altri attacchi, oltre l’inquinamento, che rischia di comprometterne seriamente la salute.
Il bilancio finale dell’edizione 2013 di Goletta Verde, presentato oggi a Roma, sullo stato di salute del mare italiano non è dei più rassicuranti. La storica campagna di Legambiente che per due mesi ha circumnavigato lo Stivale monitorando con 34 tappe le acque nostrane, realizzata anche grazie al contributo del Coou, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, e con la partecipazione di Corepla, Novamont, Nau e Solbian è terminata. Il risultato è che c’è ancora troppa “maladepurazione” in Italia. Su 263 analisi microbiologiche effettuate dal laboratorio mobile di Goletta Verde, ben 130 campioni sono risultati inquinati in seguiti alla presenza di scarichi fognari non adeguati.
Praticamente il 50% dei punti monitorati risulta essere non a norma e inoltre di questo 130, ben 104 siti (80%) sono stati giudicati fortemente inquinati con un tasso di batteri fecali pari ad almeno il doppio di quanto consentito. Ma le brutte notizie non finiscono qui, perché i mari sono risultati preda di altri 6 fattori. Maladepurazione, estrazioni petrolifere, abusivismo edilizio, consumo di suolo costiero, grandi navi e inquinamento da attività militari.
Da Nord a Sud nessuna regione è risultata immune ai batteri Escherichia Coli ed Enterococchi intestinali, dovuti principalmente ad un mancato adeguamento degli scarichi fognari, che nella maggior parte dei casi scaricano direttamente nei mari o utilizzano fiumi e canali come vere e proprie discariche.
Numeri e dati che dimostrano il giustificato allarmismo di Legambiente. Inoltre, come denunciato da Goletta Verde, l’Italia pecca di disinformazione, dato che non c’è un vero e proprio sistema di collaborazione tra i vari enti preposti (Arpa, Regioni e Comuni), nonostante le direttive europee siano ben chiare su questo punto esigendo chiaramente la comunicazione e lo scambio con i cittadini stessi.
Ma nonostante questo, ancora oggi non viene fornita una guida per segnalare possibili situazioni di inquinamento e pericoli per la salute e senza richiedere che tali condizioni siano approfondite e risolte a dovere.
Per fortuna che Legambiente nel solo anno 2013 ha ricevuto oltre 200 segnalazioni da cittadini che evidentemente sono più interessati di qualcun altro a tutelare il proprio ambiente.