E’ una situazione che, oltre a produrre effetti negativi sulla stabilità del clima, provoca un danno diretto alla salute. Il particolato penetra, attraverso gli alveoli polmonari, nel sangue modificandone, tra gli altri effetti, la viscosità. E mentre la frazione relativamente più grande delle polveri sottili provoca bronchiti, mal di gola e crisi asmatiche, le più piccole (le PM 2,5) producono un incremento della mortalità da malattie cardiovascolari e da tumori.
Proprio nel luglio scorso è arrivata la prima importante conferma della stretta relazione fra inquinamento atmosferico e tumori del polmone. Sulla rivista Lancet Oncology sono stati pubblicati i risultati di una ricerca condotta su oltre 300 mila persone residenti in 9 paesi europei. E’ stato misurato in particolare l’inquinamento da polveri sottili tossiche nell’aria dovute in gran parte alle emissioni di motori a scoppio, impianti di riscaldamento, attività industriali. Per ogni incremento di 10 microgrammi di Pm 10 per metro cubo, il rischio di tumore al polmone aumenta di circa il 22%. E si sale al 51% per una particolare tipologia di tumore, l’adenocarcinoma, l’unico che si sviluppa in un significativo numero di non fumatori.
Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte nei Paesi industrializzati. Solo in Italia nel 2010 si sono registrati 31.051 nuovi casi. La ricerca mostra che più alta è la concentrazione di inquinanti nell’aria maggiore è il rischio di sviluppare un tumore al polmone. Inoltre dalla misurazione delle polveri sottili, l’Italia è risultata essere tra i paesi europei più inquinati.