Istruzione, Italia bocciata: un adulto su due non ha il diploma
Ultimi in italiano e penultimi in matematica nella classifica dei Paesi Ocse.
Italiani bocciati in italiano e matematica. Nel nostro Paese le competenze linguistiche e scientifiche sono al di sotto della media dei Paesi dell’Ocse. Ultimi nelle «competenze alfabetiche» dietro Spagna e Francia (penultima e terzultima), ben distanti da Giappone e Finlandia che guidano la classifica internazionale insieme alla maggioranza dei Paesi del Nord Europa. Penultimi invece in matematica, gli italiani, migliori solo degli spagnoli.
Sono i risultati del programma PIAAC (Program for the International Assessment of Adult Competencies), l’indagine internazionale promossa dall’OCSE che valuta le competenze degli adulti (16-65 anni); il primo rapporto contiene i risultati relativi a 24Paesi di Europa, America e Asia (l’indagine in Italia è stata realizzata da Isfol).PIAACsi colloca entro un ampio progetto dell’OCSE volto a sviluppare negli anni analisi ricorrenti sulle competenze delle popolazioni, dopo che la rivoluzione tecnologica ha prodotto trasformazioni significative nel mercato del lavoro a livello mondiale, che si esprimono nella richiesta abilità, competenze e conoscenze nuove in relazione alla necessità di gestire processi complessi, al fine di reperire e di produrre informazioni, di possedere livelli elevati di abilità cognitive ed anche di abilità sociali (capacità di interagire in modo efficace nel lavoro e nella vita quotidiana).
Il rapporto evidenzia i risultati dei sistemi di istruzione e il rapporto tra questi e il mercato del lavoro, analizza leinformation processing skillsin relazione alla possibilità di migliorare le prospettive occupazionali di tutta la popolazione, individua le fasce di popolazione a rischio e misura ilmatcho ilmismatchesistente tra le competenze offerte, disponibili sul mercato del lavoro e quelle richieste dal mercato del lavoro , in senso globale e nei singoli paesi.
COMPETENZE E SCOLARIZZAZIONE– Le competenze della popolazione 16-65 anni sono sicuramente correlate con i livelli di istruzione, questo si conferma in tutti i paesi. Gli adulti italiani dimostrano un limitato possesso di competenze , raggiungono infatti punteggi inferiori alla media Ocse, che li collocano all’ultimo posto della graduatoria relativa alle competenze alfabetiche funzionali (literacy) ed al penultimo della competenze matematiche funzionali (numeracy). Giappone, Finlandia ed in genere i Paesi del Nord Europa occupano i primi posti delle due graduatorie, Italia e Spagna si scambiano l’ultimo e il penultimo posto della graduatoria diliteracye dinumeracy. Appare utile ricordare che la popolazione italiana 25-64 anni, che non ha un diploma di secondaria superiore, è circa il 45% , contro un dato europeo del 25% ; in Europa la Germania ha raggiunto l’obiettivo di Lisbona 2010 ( contenere sotto il 15% la popolazione priva di diploma), mentre la Spagna raggiunge il 47% .Se poi si osserva chi, nella stessa popolazione, raggiunge un titolo post diploma, troviamo che l’Italia conta un 15% circa di popolazione, contro l’Europa che supera il 27%: da notare che in Italia i percorsi post diploma sono praticamente solo percorsi accademici a differenza di quanto accade negli altri Paesi, che hanno percorsi di alta specializzazione superiore; a questo va aggiunto il dato degli abbandoni scolastici relativi ai 15-19enni, non presenti a scuola, che arriva al 18% (dati OcseEducation at a glance2010-11.12).
DISPARITA’ NORD-SUD– Esaminando i dati PIAAC per aree geografiche, si nota, in Italia, la distanza tra il nord e il sud del Paese e, confrontando i punteggi raggiunti per ciascun livello di istruzione, i punteggi conseguiti dalla popolazione italiana sono più bassi rispetto ai punteggi medi Ocse, soprattutto nei livelli di istruzione più elevata. Il vantaggio derivante dalla partecipazione ad attività di studio o formazione in età adulta appare evidente in Italia, come negli altri paesi, ma il problema italiano è lo scarso coinvolgimento degli adulti in queste attività: in Italia partecipa il 24% degli adulti contro la media Ocse del 52%.
OCCUPAZIONE E COMPETENZE– Il settore di popolazione, esclusi gli studenti, che raggiunge i migliori risultati sono i lavoratori occupati e , in particolare quelli che si impegnano in attività di formazione; tuttavia anche per gli occupati si evidenziano differenze significative nei livelli di competenza tra i residenti nel nord e nel sud del paese.
I NEET E I GIOVANI A RISCHIO– Lo studio mette sotto osservazione i Neet , 16-29enni che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro. Si tratta diearly school leavers, ma non solo, che non hanno concluso precorsi di studio, che avevano intrapreso. Il punteggio medio di questi giovani si colloca sotto la media nazionale e le loro competenze sono molto limitate rispetto a quelle dei coetanei che studiano e lavorano.
QUALCHE MIGLIORAMENTO, LE DONNE– Osservando le tre indagini cui l’Italia ha partecipato (Ials International Adult literacy survey e ALL Adult Literacy and Lifeskills) è possibile evidenziare un fatto sicuramente positivo: le donne raggiungono il punteggio dei maschi per quanto riguarda le competenze alfabetiche (literacy), questo risultato si deve alle buone performance delle più giovani, che compensa le limitate prestazioni delle donne anziane. L’indagine mette in luce inoltre un patrimonio di competenze femminili che il nostro paese non utilizza (le disoccupate hanno competenze più elevate dei disoccupati maschi inliteracyenumeracy) Si nota un miglioramento complessivo, soprattutto in relazione alla riduzione della popolazione con limitatissime competenze funzionali, al limite dell’analfabetismo. Si riduce la distanza dei punteggi conseguiti dai più giovani e dai più anziani ( si passa da 63 a 30 punti circa di differenza.).