È la DIA – Direzione Investigativa Antimafia – voluta fortemente dal giudice Giovanni Falcone, ogni anno a consegnare alla giustizia migliaia di latitanti e affiliati ai clan, oltre a confiscare beni di valore pari a miliardi di euro. A loro, tra i tanti meriti, la cattura di Leoluca Bagarella, capo di Cosa Nostra, e di Francesco Schiavone, detto ‘Sandokan’. Ed è sempre la DIA a subire dei tagli consistenti che la indeboliscono, favorendo le mafie. Prima con il governo Berlusconi è stato decretato il blocco degli stipendi ai dipendenti per tre anni, poi con Monti oltre al taglio del 20 percento dagli stipendi è stato ridotto anche del 60 percento il Tea- trattamento economico aggiuntivo. Tutto questo perché la Dia, troppo indipendente e incorruttibile, fa paura alla politica corrotta.