Il Molise ed il 25 aprile 1945
Il 25 Aprile di 67 anni fa anche in Molise riprende il cammino della libertà e della democrazia. Il fascismo, dopo aver per oltre un ventennio abrogato la democrazia e trascinato il popolo italiano in una sanguinosa guerra, l’otto settembre del 1943, crolla inesorabilmente sotto il peso delle sue responsabilità politiche e morali. I fascisti, i gerarchi del regime bruciano le loro divise, distruggono i simboli della tirannia, solo qualche minuto prima essi erano i simbolo del potere, e si sciolgono come neve al sole. In questi primi mesi del 1945 si alternano la farsa ed il dramma, condizione tutta italiana.
di Antonio D’Ambrosio
Comunque, le forze democratiche, gli antifascisti, che avevano subito il carcere, le umiliazioni dagli uomini del regime si organizzano per riportare la democrazia anche nel Molise. Riprendono vita i partiti politici e le organizzazioni sindacali sciolte dal fascismo. Le forze politiche( PCI – PSI- DC- PD’A-PDL-PLI) danno vita, come in tutta l’Italia liberata, al CMLN ( Comitato Molisano di Liberazione Nazionale). La presidenza, in questo primo momento della vita del CMLN, i rappresentanti dei partiti affidano al Socialista antifascista Attilio Rossi, un uomo che ha conosciuto il carcere ed il confino dal regime. Mentre il sindacato, la CGIL unitaria, sotto la guida di Giuseppe Rosiello riprende l’attività attraversala nascita della Camera Provinciale del Lavoro e le Camere del Lavoro comunali.
Se nel Sud, tra la miseria dilagante ed il difficile rapporto con gli alleati ed i colpi di coda dei nazisti in ritirata, si tenta di sopravvivere nel Nord Italia infuria la guerra partigiana di liberazione dai nazi- fascisti che occupano ancora vaste zone del territorio nazionale. Avvenimenti e colpi di scena politici e militari si susseguono frenetici in questo aprile del 1945. Così testimonia in un suo scritto il cattolico abruzzese e fondatore del Partito popolare insieme a Don Sturzo, Giuseppe Spataro, : “ Il giorno 16 aprile del 1945, il gen. Clark,comandante alleato in Italia, annunciò che nel teatro di guerra mediterraneo aveva avuto inizio l’attesa offensiva primaverile”.
Da questo annuncio le truppe alleate, con le organizzazioni partigiane, conquistano i capisaldi delle difese nazi-fasciste liberando, giorno dopo giorno, le Città del Nord Italia dal nemico.
Il 21 Aprile è liberata Bologna,il 24 Ferrara,Modena, La Spezia, il 25 Genova, il 26 tocca a Milano. L’Italia praticamente è liberata con il sangue dei partigiani.
Intanto,sabato 28 aprile a Campobasso, dopo la conferma della liberazione dell’Italia del Nord, il Partito Socialista , per festeggiare l’avvenimento, organizza una manifestazione . Migliaia di cittadini entusiasti per la ritrovata libertà, si concentrano sotto il Palazzo della Prefettura ed ascoltano le parole di giubilo delle forze politiche componenti il CMLN. Questi rivolgono alla cittadinanza un “ fervente proclama”, mentre il nuovo Prefetto, l’isernino ed ex on. Ferdinando Veneziano, nel prendere anch’egli la parola, esprime la sua gratitudine ed il sostegno alle forze partigiane dell’Italia risorta. L’euforia dell’annuncio della liberazione dell’Italia provoca innumerevoli manifestazioni in moltissimi altri comuni della provincia molisana. Il giorno successivo a questa imponente manifestazione per la liberazione dell’Italia, arrivano a Campobasso anche i comunisti Fausto Gullo, ministro dell’Agricoltura e Antonio Pesenti, ministro delle Finanze. Per questo evento c’è una mobilitazione generale non solo dei Comunisti, anche perché suscita un notevole interesse la presenza di Gullo , ideatore della prima riforma agraria, in una provincia come la nostra ad economia prettamente agricola.
Gullo e Pesenti, accolti da una prolungata ovazione del numeroso pubblico accorso al Teatro Savoia, sono presentati dal segretario del PCI molisano il noto antifascista Pietro Tanassi.
I due Ministri parlano ai molisani. Gullo, nel suo seguito intervento, dopo aver ricordati nel l’eroica azione dei partigiani del Nord, affronta il tema della questione meridionale, affermando che:” la classe contadina deve cessare di essere schiava e diventare classe dirigente italiana” e che c’è “ la necessità della distruzione del vecchio apparato fascista perché la Patria possa riprendere il suo faticoso cammino verso la rinascita, ricostruzione che è quanto mai urgente affinché non avvenga la scissione tra Nord e il Mezzogiorno”. A chiusura del suo applauditissimo discorso, Gullo, parla della riforma agraria nel Mezzogiorno e dell’esigenza di liberare i contadini meridionali dai vincoli del latifondo, piaga ancora imperante.
A Campobasso, non si fa in tempo a salutare e riflettere sulle cose dette da Gullo e Pesenti che tra le forze sindacali, i partiti politici ed i lavoratori fervono i preparativi per solennizzare i Primo Maggio, la prima festa del Lavoro dell’ Italia liberata. Questa giornata che è testimonia dal giornale socialista il lavoratore, si svolge in tutta la nostra provincia ed a Campobasso “ con una carica di intensa partecipazione emotiva , coincidente con la liberazione dell’Italia, in un’alba di un nuovo risorgimento”.
Nonostante i lutti, la mancanza di cibo, la povertà dilagante, la miseria in un momento così cruciale per la nostra patria, per l’Europa i lavoratori molisani e di tutta Italia, uniti in uno spirito di unità nazionale, sono consapevoli del grave momento che si sta vivendo ma vi partecipano con lo spirito di ridare speranza per un futuro migliore a loro ed alle nuove generazioni.
Ora osservo, in questo attuale e grave contesto economico nazionale ed europeo, le azioni di questo Governo e delle forze politiche che lo sorreggono, con il loro improbabile programma di “ Salva Italia”, quando si sia lontani da quello spirito di coesione sociale nazionale e di speranze per un futuro migliore. Insomma quanta distanza c’è da quell’alba di nuovo risorgimento nazionale di quel lontano 25 aprile del 1945.
Buona Festa di Liberazione a tutti!