Storytelling su Lifestyle, Sport, Tech e Food

PD MOLISE/ Lettera aperta di un iscritto: “Le anomalie di un “Partito Disastrato”

Il PD molisano – guidato dal cerchiobottista Danilo Leva, sempre più vicino ad Alternativ@ – è segnato da forti sussulti dell'”Area Bersani – Petraroia” in opposizione alla politica del Segretario regionale. Questo comporta un’anomalia strutturale del partito, a cui l’iscritto Nicola Mignogna – con una lettera aperta – cerca di dare una scossa. Ponendo una questione cruciale: “Con il 2011 un PD rinnovato?” 

Il Partito Democratico del Molise è attualmente governato da una minoranza. Potrà sembrare inverosimile, eppure…
Se le cose stessero realmente in questi termini si potrebbe dire che il patto di alleanza tra i “bersaniani” ( ex DS) e i “franceschiniani” (ex Margherita) propugnato dal Segretario regionale è un colosso dai piedi d’argilla che ha restituito al partito una parvenza d’unità.

Voglio infatti ricordare ai “bersaniani che stanno ancora con Leva” che i 13 seggi accordati dopo le primarie alla lista con Bersani e con Leva sono sistematicamente vanificati dall’asse Ruta Totaro che esprime 19 seggi. Dunque, in seno alla maggioranza di governo la minoranza potrebbe ritagliarsi uno spazio per dominare incontrastata l’intera scena politica. E difatti i “bersaniani con Leva” sono in minoranza e continueranno ad esserlo fino a quando non convergeranno nell'”Area Bersani – Petraroia” che con i suoi 20 seggi rappresenta di fatto la corrente politica che esprime la vera maggioranza, quella per il cambiamento.

IL 33 E’ UN BEL NUMERO, SICURAMENTE DIVERSO DAL 19 O DAL 22.
In breve, questo il significato dell’ultima convention dell'”Area Bersani – Petraroia”: ricordare al Segretario regionale che il suo governo è legato a 13 voti e alla volontà di un uomo, il Consigliere D’Alete. La politica del divide et impera funziona sempre, soprattutto quando può giocare su contrasti e diversità di vedute.

L’anomalia del PD molisano interessa l’intero scacchiere politico turbato continuamente dalla strutturale fragilità del “Partito Disastrato del Molise“. 

Quando una minoranza non si astringe più al suo compito ma pretende di governare sulla maggioranza attua nei fatti una POLITICA GIACOBINA, ovvero una POLITICA REAZIONARIA. Robespierre voleva distruggere la religione, ma il popolo francese amava la sua religione; ciò vuol dire che Robespierre governava senza consenso perchè le idee di Robespierre non erano le idee del popolo.
L’avvocato Ruta, che non è Robespierre, fonda Alternativ@ e si candida al governo della Regione ma l’avvocato Ruta è un leader di una minoranza. Ecco svelata la principale anomalia del PD molisano. Uno storico leader politico oggi espressione di una lista che porta in dote all’Assemblea Regionale 11 seggi (tre in meno rispetto a quelli di D’Alete, addirittura nove in meno rispetto a quelli di Petraroia) dirige la politica delle opposizioni. Il PD si adatta alla prassi del “nuovo centro molisano” e inneggia al trasformismo come a una virtù politica.  

Il Segretario regionale dice che per vincere le elezioni bisogna cercare consensi al centro. Orbene, io contesto solo questa asserzione. Non saranno le minoranze organizzate e i terzi partiti a determinare la vittoria ma un Partito Democratico robusto e radicato sul territorio.