SANITA’ MOLISE/ La toccata e fuga dell’assessore Passarelli
In Molise la sanità è oramai allo sbando totale. Nicola Passarelli, che aveva promesso mari e monti – mantenere sul territorio i servizi per i cittadini, migliorarli ove possibile, ed attuare una generale politica di controllo dei costi, e di eliminazione graduale delle spese inutili – ha lasciato dopo soli tredici mesi. Che succede?
Ieri ufficialmente Nicola Passarelli si è dimesso dalla carica di Assessore, deponendo la delega alla sanità. Sono passati circa tredici mesi da quando Passarelli, appena andato in pensione da Presidente della corte d’appello di Campobasso, fu chiamato ad un’altra Corte, quella di Michele Iorio. Si presentò, quel lontano 21 settembre 2009, annunciando che avrebbe studiato la strutturazione del Sistema Sanitario molisano per poter quindi lavorare e rispettare gli adempimenti richiesti dal piano di rientro.
E poi concluse: “Ovviamente sarà nostro impegno mantenere sul territorio i servizi per i cittadini, migliorarli ove possibile, ed attuare una generale politica di controllo dei costi, e di eliminazione graduale delle spese inutili”. Tredici mesi sono passati e molti si chiedono cosa sia cambiato, quali delle sue promesse abbia mantenuto Passarelli.
Le responsabilità, chiaramente, non sono imputabili al solo ex Assessore, anzi. Del suo anno di mandato si potrebbe parlare, se non altro, di completo anonimato: basti riprendere diverse lettere, articoli, dichiarazioni degli ultimi mesi per rendersi conto che molti si sono rivolti a Passarelli cercando una risposta concreta senza mai, tuttavia, ottenerla. Potremmo, ad esempio, citare le numerose lettere inviate ora da Huscher, nelle quali il chirurgo denunciava il suo licenziamento per “Lesa Maestà” (aveva avuto un acceso diverbio con Luca Iorio, figlio del Governatore), ora da Michele Petraroia che chiedeva “un tavolo di confronto con le amministrazioni locali e gli operatori sanitari che permetta di definire gli ulteriori inasprimenti con trasparenza e collegialità”. Ma niente.
Come detto, però, il ruolo di Passarelli era, per così dire, vincolato. Infatti, sebbene si legga sul sito della Regione che l’obiettivo del suo mandato mirava al “riordino del Sistema Sanitario”, in realtà Passarelli, pur volendo, avrebbe potuto poco o nulla per via del commissariamento e, soprattutto, del Commissario ad acta, Michele Iorio. Esempi concreti? Uno su tutti. Il 30 settembre era il termine ultimo per spedire al Consiglio dei Ministri il Piano di Rientro. Sappiamo bene com’è andata a finire: Iorio sempre più in bilico perché, tra le altre cose, il Piano non era stato firmato né dalla Cattolica né dalla Neuromed.
Lo stesso giorno Passarelli avanza, per la prima volta, le sue dimissioni, ma Iorio le respinge. È essenziale il suo apporto, dice, “per affrontare, nel migliore dei modi, i molteplici e complicati appuntamenti del prossimo mese”. Sarà vero? Possiamo solo fare delle ipotesi, ma tutte sembrano protendere verso una risposta molto chiara, soprattutto se teniamo conto del fatto che soltanto un giorno dopo Iorio, a tempo oramai scaduto per l’invio della documentazione al tavolo tecnico interministeriale, tenne una conferenza stampa nella quale spiegava le misure, i problemi, gli accorgimenti. Bene, in quella conferenza Passarelli era assente.
Bel modo, insomma, per adempiere al “riordino del Sistema Sanitario”. Ma, a prescindere da questo, certamente il duo Iorio-Passarelli (molto più Iorio che Passarelli) ha funzionato male. Basti ricordare qual è la situazione attuale: il Molise resta, tra le quattro regioni in rosso (con Campania, Calabria e Lazio), l’unica il cui Piano di Rientro è stato bocciato (in settimana è previsto un ulteriore incontro Regione – tavolo tecnico) e, dunque, l’unica regione tra le quattro che non avrà diritto ad accedere ai fondi FAS. In più è in arrivo una ministangata Irpef che prevede per il Molise un addizionale pari a 58 euro che dovrà essere saldato nel mese di marzo, come ha stabilito l’Agenzia delle Entrate.
E intanto i tagli cominciano a farsi sentire. Sebbene Iorio continui a parlare di semplice “riconversione”, per il momento si sta andando semplicemente e drasticamente a diminuire i posti letto, come sta accadendo sia a Termoli che a Larino. Al San Timoteo dal primo novembre, come ci conferma un infermiere termolese, il reparto di Medicina conta 5 posti in meno, stessa sorte per il reparto di Ortopedia. Tagli più pesanti, invece, per Chirurgia: 10 posti in meno. A Larino, invece, il laboratorio di Oncologia sarà tagliato di netto. Chiuso. Ora si aspetta, a questo punto, che i tagli diventino effettivi anche a Isernia e Venafro. Staremo a vedere.
Intanto comincia il toto-Assessorato: mille voci sui possibili candidati a succedere a Passarelli. Ma voci vicine al Governatore ci dicono che sia probabile che la delega rimanga in mano a Iorio. Un Assessorato “ad interim” in pratica. Talis Berlusconi, talis Iorio.