ULISSE DI GIACOMO/ Avvisata la Commissione Diritti Umani, quali le reazioni della politica?
Tiene banco lo scandalo scoppiato all’indomani delle dichiarazioni sugli immigrati di Brescia di Ulisse Di Giacomo, vice-presidente Commissione Diritti Umani. “Lasciateli sulla gru”, aveva scritto il Senatore Di Giacomo sul suo profilo Facebook. Parole “colorite” secondo Gianfranco Vitagliano (Pdl) e “inaccettabili” secondo Antonio Sorbo (Sel). E intanto la Commissione è stata avvisata e ci potrebbero essere dei risvolti poco piacevoli per il roboante Di Giacomo.
Nella foto Pietro Marcenaro, Presidente Commissione Diritti Umani Senato
Ricapitoliamo l’accaduto. 14 Novembre. Ulisse Di Giacomo scrive sul suo profilo facebook: “Gli immigrati irregolari sulla gru a Brescia? Lasciateli lì…..” Tante reazioni, soprattutto positive, dagli amici del Senatore che si scagliano in “branco” contro l’unico che esprime dissenso, Luca Garofalo: “Da una persona come lei c’era da aspettarselo”, più o meno questo il pensiero di Garofalo. Il 15 Novembre Infiltrato.it pubblica il pezzo sulle dichiarazioni-shock di Ulisse Di Giacomo e nella stessa serata Garofalo viene minacciato: “Il messaggio mi è arrivato in serata, dopo che avevate scritto l’articolo voi su ‘L’Infiltrato’ riguardo quella dichiarazione”. Un caso? E chi lo sa.
Quel che si sa bene è la reiterazione di un atteggiamento poco in linea con la carta dei valori dell’Onu da parte del Senatore Di Giacomo. Che, sempre su Facebook, il 18 Novembre scrive: “A proposito degli immigrati irregolari sulla gru a Brescia. La polizia ha trovato lassù cibo, coperte, sacchi a pelo, otto telefonini, batterie, ricetrasmettenti e persino una telecamera…..l’avevo detto di lasciarli li. Stavano meglio che altrove…………”.
Soliti apprezzamenti accompagnati, stavolta, da una critica ragionata che ha posto Di Giacomo dinanzi all’idea che i diritti dell’uomo non sono merce trattabile e che con i diritti dell’uomo non si fanno slogan. Risposta del Senatore? Censura, nient’altro che censura.
Ieri ci siamo resi conto che la situazione stava diventando più grave di quanto ci si potesse immaginare, anche per il senso di onnipotenza e impunità che il Senatore mette in mostra a ogni piè sospinto, e abbiamo deciso di pubblicare uno speciale con l’intervista a Luca Garofalo e la lettera di Anita D’Orsi – rispettivamente il “dissidente” minacciato e la ragazza censurata dal Senatore.
Le accuse, più o meno velate, rivolte ad Ulisse Di Giacomo vertono su una questione fondamentale: può un Senatore della Repubblica, che è anche Vice Presidente della Commissione Diritti Umani, rilasciare dichiarazioni quantomeno avventate e, forse, di stampo razzista? Si può restare indifferenti di fronte a certe parole?
Abbiamo girato le domande alla politica locale e, per essere super partes, abbiamo contattato due esponenti del centro-sinistra, Antonio Sorbo (consigliere provinciale Sel) e Michele Petraroia (consigliere regionale Pd), uno del gruppo misto, il senatore Giuseppe Astore, e due del centro destra, l’assessore Gianfranco Vitagliano e il deputato Sabrina De Camillis, entrambi Pdl.
Il migliore della maggioranza si conferma, come sempre, Gianfranco Vitagliano, Assessore regionale alla Programmazione e al Bilancio, che quando si tratta di metterci la faccia – almeno con noi – è sempre disponibile al dialogo ed al confronto. “Mi pare un’interpretazione forte quella che è stata data. Le frasi vanno contestualizzate e correttamente interpretate. Ma puoi mai pensare che Di Giacomo vuole la morte di quelle persone? Le sue parole sono state strumentalizzate.”
La difesa del collega di partito è accorata, Vitagliano si scalda senza scomporsi, sappiamo che non è mai stato troppo tenero con Di Giacomo e a allora proviamo a insistere. E la minaccia? La censura? “È una lettura ideologica delle situazioni. A Di Giacomo lezioni di solidarietà e di rispetto dei diritti non ne può dare nessuno. Prendere una frase e trasformarla in maniera tale da renderlo il principe degli integralisti e dei razzisti non è una prassi giusta e obiettiva.” Ma il Senatore ha perseverato. “Avete forzato un’interpretazione per farci un caso. Lui voleva solo dire che non è quello il modo di chiedere il rispetto dei diritti.” Proviamo un numero ad effetto – siamo sicuri che Lei una dichiarazione simile non l’avrebbe mai fatta – ma Vitagliano è troppo navigato per cascarci e infatti ribadisce quanto già espresso.
Di tutt’altro avviso il Senatore Giuseppe Astore, ex Idv ora Gruppo Misto, che ritiene “di una gravità enorme le dichiarazioni di Di Giacomo”, “tanto più” gli fa eco Antonio Sorbo (Sel) “quando pronunciate da chi, al di là dell’appartenenza politica, ricopre una carica in Parlamento nell’ambito di un organismo che si occupa di diritti umani.”
Sorbo ci svela che il gruppo consiliare di Sel ha intenzione di organizzare un’assemblea pubblica sui temi dell’immigrazione e della società interculturale che noi immaginiamo per l’Italia. “Inviteremo anche il Senatore Di Giacomo e proveremo a confrontarci su questi temi”.
Ma chi ci va giù durissimo è Michele Petraroia, Pd, che senza mezzi termini parla di “scandalo, perché un Senatore della Repubblica non può avere disprezzo della dignità umana che arriva fino a questo limite, come a dire arrangiatevi e morite lì”. Come abbiamo visto Vitagliano non è d’accordo su questo punto, ma Petraroia insiste: “Mi auguravo che si fosse trattato di un errore e invece no. O Di Giacomo chiede scusa e fa un passo indietro o altrimenti io solleciterò anche formalmente i componenti di questa commissione parlamentare ad assumere un orientamento che va contro questo componente.”
Dimissioni forzate in arrivo per Ulisse Di Giacomo?
Lo avremmo chiesto volentieri a Sabrina De Camillis, deputato Pdl, ma “non ho seguito la questione e non riesco a inquadrarla per bene, non vorrei dire qualche stupidaggine. Ci sentiamo fra un’ora, adesso devo partecipare ad un programma di economia.” Dopo un’ora il telefono era staccato, così dopo un’ora e mezza, due, due e mezza…
Parafrasando il celebre Guzzanti-Rutelli, “Ah De Camì, ricordati degli amici!”. I tuoi amici.